sabato 13 novembre 2010

Aristotele: etica e politica

Aristotele: etica e politica
cenni essenziali


Le opere a cui Aristotele affida la riflessione sull’etica e sulla politica sono: Etica nicomachea, Etica eudemia, Grande etica e Politica.
L’etica e la politica - come si sa - sono considerate scienze pratiche e, a differenza di quelle teoretiche, non vedono nel raggiungimento della verità il loro scopo. Non permettono, pertanto, di acquisire conoscenze in senso proprio: si prestano più che altro come riflessione intorno al comportamento dell’uomo considerato sia nella sua esistenza individuale (etica) sia in quella collettiva (politica).
Il comportamento umano, sotto il profilo etico-politico, è orientato alla ricerca della felicità: questa è la conclusione preliminare cui giunge Aristotele «filosofo morale». Quando l’uomo sarà davvero felice? Quando avrà improntato la sua esistenza sulla forma essenziale che gli è propria: razionalità e socialità, dal momento che Aristotele fornisce una precisa definizione: l’uomo è animale razionale e sociale. In altri termini, come si dice che la virtù dell’aquila è la vista e quella del ghepardo la velocità, così le virtù dell’uomo sono la ragione e la capacità/necessità (l’uomo non potrebbe sopravvivere senza l’aiuto reciproco) di vivere in consorzio con altri uomini. Se, però, nel caso dell’aquila e del ghepardo usiamo il termine virtù per indicare quella caratteristica che distingue necessariamente tali esseri, i quali pertanto non hanno alcun merito morale nel veder bene e nel correre velocemente, nel caso dell’uomo la virtù (aretè) coincide col merito morale poiché presuppone una scelta e un impegno. In sostanza: pur essendo predisposto da natura alla ragione e alla socialità, non sempre l’uomo le persegue fattivamente. Questa circostanza va spiegata ricorrendo a quanto Aristotele sostiene nella Psicologia: l’intelletto umano è solo potenzialmente capace di attingere la conoscenza più nobile (quella concettuale, filosofica); predisporsi a tale scopo significa cercare di superare la parzialità della conoscenza sensibile pur riconoscendola propedeutica. In un certo senso, il primo compito morale dell’uomo è rendersi disponibile, con l’esercizio e la buona volontà, ad accogliere la luce divina che impreziosisce la sua anima, ad “ascoltare l’attività dell’intelletto”. Come l’anima dell’uomo in parte è divina, così, in parte, è animale (anima vegetativa e sensitiva). Coltivare la prima significa anche rinunciare - o quanto meno mitigarli - agli appetiti egoistici e istintuali della seconda e dunque proiettarsi altruisticamente a vivere in amicizia e collaborazione coi propri simili (essere sociale, politico: questo il senso).
In conclusione: le virtù dell’uomo morale saranno prima di tutto dianoetiche (diànoia=intelletto) o, per meglio dire, le virtù dianoetiche rappresentano la forma massima dell’etica che comprende dentro di sé tutte le altre virtù, da quelle politiche a quelle morali in senso stretto o etiche. Queste ultime, insomma, si giustificano e hanno un senso, in vista di quelle. Infatti s’è detto che coltivare la parte divina dell’anima significa per l’uomo non solo perseguire la conoscenza più alta ma anche mitigare gli appetiti (i desideri) egoistici e istintuali della sua bruta animalità: in quanto egoistici portano l’uomo a isolarsi dal suo simile e lo rendono infelice (poiché felicità è realizzare la propria natura socievole); in quanto istintuali, e perciò impulsivi, non meditati, portano l’uomo ad assumere atteggiamenti estremi. Le virtù etiche, allora, non sono che il giusto mezzo tra due estremi eccessivi: il coraggio, ad esempio, lo è rispetto alla viltà e alla temerarietà (una pecora, animale, può essere vile; un leone, animale, può essere temerario; un uomo, animale razionale, deve essere coraggioso). Un uomo che non regola il proprio comportamento secondo il principio del giusto mezzo dimostra di non riuscire a smarcarsi dagli aspetti più esasperati della sua animalità e sarà, perciò, condannato all’infelicità poiché mai potrà accogliere le verità supreme, fine ultimo della sua essenza, della sua forma sostanziale.
Per quanto riguarda, infine, la politica, Aristotele – in conseguenza di quanto detto finora – ritiene che il modo migliore di organizzare la vita comunitaria (la costituzione migliore) sia quello che garantisce al singolo uomo, purché greco e non forestiero, maschio e non femmina, libero e non schiavo, adulto e non bambino, 1) le condizioni per realizzare la vita perfetta secondo l’essenza propria, 2) giustizia e benessere. Del resto lo scopo specifico della vita associata è l’utilità per la sopravvivenza ma questa non è possibile se: a) non c’è giustizia distributiva: tutti gli uomini, eccetto i soliti forestieri, le solite donne, i bambini e gli schiavi, devono avere uguale possibilità di accesso alle risorse sia materiali sia onorifiche. Queste ultime saranno proporzionali ai meriti etici (e “dianoetici”) dei singoli. E b) se non c’è giustizia commutativa, ovvero se non si punisce colui che tende a muoversi fuori dalle regole stabilite a svantaggio del suo prossimo.
Come si può notare, pur non essendo l’etica e la politica due scienze teoretiche possono comunque definirsi scienze poiché muovono da una conoscenza scientifica della natura umana. Scientifica visto che per Aristotele scienza=conoscenza delle essenze, dei caratteri sostanziali degli esseri. Ma sono scienze pratiche dal momento che vogliono suggerire i modi dell’agire per raggiungere il fine dell’agire: la felicità. Il fatto che il fine dell’agire umano sia identificato nella felicità è tipico della cultura e della mentalità ellenica. Nel corso dei secoli questo punto di vista sarà contestato, discusso, superato (o accettato). Il fatto, poi, che felicità sia inoltrarsi nelle conoscenze più nobili (filosofiche!) è tutto da vedere, con buona pace di Aristotele (e tormento mio). Se infatti sosteniamo che non può esserci felicità senza piacere, siamo così sicuri che cedere agli istinti sia sempre così spiacevole? Aristotele è convinto che lo sia, sempre! (non ricorda un po’ il suo maestro?).



Seui, 19 dicembre 2008 Graziano Napolitano



N. B. Chi volesse approfondire questi argomenti sul manuale o su altra fonte non deve interpretare la fornitura di questa dispensa come un invito a non farlo!

N. B. Consiglio la canzone L’animale di F. Battiato come colonna sonora della vostra lettura.

e vorrei dirti: è meglio se sto solo. Ma l’animale che mi porto dentro vuole te. Non mi fa vivere felice mai…

sabato 6 novembre 2010

Istituto d'Istruzione Superiore “Pitagora" - Isili
Classe 4ª sez. B– Liceo Linguistico
Anno scolastico 2011-‘12
Prof. Graziano Napolitano



PROGRAMMAZIONE del corso di storia




§ 1 - CONTENUTI

Tenendo conto: delle indicazioni ministeriali più recenti; delle esigenze di programmazione connesse all’offerta formativa dell’istituto; del livello, in un’ottica di continuità, degli apprendimenti della classe a cui si rivolge l’azione didattica; dello sviluppo complessivo del corso di storia pensato per il triennio dei licei, si è inteso delineare il seguente percorso di studio:


MODULO DI RACCORDO. L’ETA’ MODERNA: DAL RINNOVAMENTO ECONOMICO ALLA NUOVA CONCEZIONE DEL «POLITICO».

  1. Il concetto di Stato moderno: introduzione teorica.
  2. Inghilterra: la rivoluzione puritana.

MODULO 1. IL PRIMATO DELL’EUROPA OCCIDENTALE: LO STATO MODERNO

  1. Il Re Sole e l’equilibrio europeo. Il concetto di equilibrio.
  2. La Francia di Luigi XIV (1643-1715): il trionfo dell’assolutismo. La civiltà francese nel Seicento – Lo sviluppo dell’assolutismo in Francia – Governo e amministrazione – Politica economica e finanziaria, Colbert – Religione: la revoca dell’editto di Nantes.
  3. Inghilterra: il trionfo del parlamento. La Restaurazione, 1660-1688: gli ultimi Stuart – La rivoluzione del 1688.
  4. Teoria politica: la scuola del diritto naturale. Diritto naturale e legge di natura – Hobbes e Locke.
  5. Le guerre di Luigi XIV e la pace di Utrecht (1713). Prima del 1700 – La guerra di successione spagnola – La pace di Utrecht.
  6. Identità e decadenza dell’Italia.


MODULO 2. LA TRASFORMAZIONE DELL’EUROPA ORIENTALE, 1648-1740

  1. Tre imperi senescenti.
  2. La formazione della Prussia.
  3. La formazione della monarchia austriaca.
  4. L’«occidentalizzazione» della Russia.
  5. Le spartizioni della Polonia.


MODULO 3: TRASFORMAZIONI POLITICHE, ECONOMICHE E SOCIO-CULTURALI

  1. Cultura d’elite e cultura popolare.
  2. L’economia globale del Settecento. Commercio e industria nel Settecento – L’economia mondiale: Olanda, Gran Bretagna, Francia – Asia, America e Africa nell’economia globale – La ricchezza dell’Europa occidentale: conseguenze sociali.
  3. L’Europa occidentale dopo Utrecht, 1713-1740.


MODULO 4. L’ETA’ DELL’ILLUMINISMO

  1. I «philosophes» e altri. Lo spirito di progresso – I «philosophes» - Montesquieu, Voltaire e Rousseau – L’economia politica – Correnti principali del pensiero illuministico.
  2. Assolutismo illuminato. Discussione della categoria storiografica.
  3. Nuovi fermenti. Il movimento riformista inglese. L’età della «rivoluzione democratica».
  4. La Rivoluzione americana. Le premesse – La guerra d’Indipendenza americana – Il significato della rivoluzione.


MODULO 5. L’EUROPA TRA LA RIVOLUZIONE FRANCESE E IL CONGRESSO DI VIENNA (1789-1815)

  1. Origini. L’Antico Regime: i tre «stati» - Il sistema agrario dell’Antico Regime.
  2. La rivoluzione e la riorganizzazione della Francia. La crisi finanziariaDagli Stati Generali all’Assemblea Nazionale – Cambiamenti costituzionali – Politica economica – Il conflitto con la Chiesa.
  3. La rivoluzione e l’Europa: la guerra e la “seconda” rivoluzione: il 10 agosto 1792.
  4. La repubblica di emergenza, 1792-1795: il Terrore. La Convenzione nazionale – Il sopravvento della Montagna - Il programma della Convenzione, 1793-1794: il Terrore – La reazione termidoriana.
  5. La repubblica costituzionale: il Direttorio, 1795-1799. La debolezza del Direttorio – La crisi politica del 1797 – Il colpo di Stato del 1799: Bonaparte.
  6. La repubblica dispotica: il Consolato, 1799-1804. L’accordo con la Chiesa. Altre riforme.
  7. L’Europa napoleonica.
  8. Il Grande Impero e la diffusione dei principi rivoluzionari. L’organizzazione dell’Impero napoleonico – Napoleone e la diffusione dei principi rivoluzionari – Il blocco continentale: l’Inghilterra e l’Europa – I movimenti nazionali: Germania.
  9. La caduta di Napoleone e il Congresso di Vienna. La campagna di Russia e la guerra di liberazione – La restaurazione dei Borbone – La situazione prima del Congresso di Vienna – Il congresso di Vienna, 1814-15 – La questione polacco-sassone – I Cento giorni e le loro conseguenze.


MODULO 6. FRA REAZIONE E PROGRESSO, 1815-1848.

  1. La rivoluzione industriale in Inghilterra. La rivoluzione agricola in Inghilterra – L’industrialismo in Inghilterra: incentivi e invenzioni – Conseguenze sociali dell’industrialismo in Inghilterra – L’economia classica: il laissez faire.
  2. L’avvento degli «ismi». Il romanticismo – Il liberalismo classico – Radicalismo, repubblicanesimo, socialismo – Il nazionalismo dell’Europa occidentale – Il nazionalismo dell’Europa orientale – Altri «ismi».
  3. La diga e la marea: politica interna. La reazione dopo il 1815: Francia – La reazione dopo il 1815: Stati tedeschi, Inghilterra.
  4. La diga e la marea: politica internazionale. Il Congresso di Aquisgrana, 1818 – La rivoluzione nell’Europa meridionale: il Congresso di Troppau, 1820 – Spagna e Vicino Oriente: il Congresso di Verona, 1822 – L’indipendenza latino-americana – La fine del sistema dei Congressi.
  5. L’affermazione del liberalismo in occidente: le rivoluzioni del 1830-1832. Francia, 1824-30: la rivoluzione di luglio, 1830 – la rivoluzione del 1830 in Belgio, in Polonia e altrove – La riforma in Inghilterra.
  6. Trionfo della borghesia nell’Europa occidentale. La situazioni dei lavoratori – Socialismo e cartismo.


MODULO 7: RIVOLUZIONE E RISTABILIMENTO DELL’ORDINE, 1848-1870.

  1. Parigi: lo spettro della rivoluzione sociale in Occidente.
  2. Vienna: il Risorgimento italiano. Risorgimento e storia d’ItaliaI moti del 1831 – Mazzini e la Giovine Italia – L’evoluzione degli Stati italiani – Le nuove correnti politiche: moderatismo, neoguelfismo, federalismo – Il biennio delle riforme (1846-47).
  3. Francoforte e Berlino: la questione di una Germania liberale.
  4. Nuove tendenze: realismo; positivismo; marxismo.
  5. Il bonapartismo in Francia; il secondo Impero, 1852-1870.


MODULO 8: LA FORMAZIONE DI GRANDI STATI NAZIONALI UNITARI, 1859-1871.

  1. L’idea dello Stato-nazione. La guerra di Crimea, 1854-1856.
  2. Cavour e la guerra del 1859: l’unificazione italiana. Il movimento nazionale italiano e il programma di Cavour – Il compimento dell’unità italiana – Problemi persistenti dopo l’unificazione.
  3. Bismarck: la fondazione dell’Impero tedesco.
  4. La duplice monarchia austro-ungarica.
  5. La liberazione della Russia zarista: Alessandro II.
  6. Stati Uniti: la guerra civile americana.
  7. Il Giappone e l’Occidente.


MODULO 9: LA SUPREMAZIA MONDIALE DELL’EUROPA.

  1. L’imperialismo: caratteri e cause. Il nuovo imperialismo – Incentivi e motivazioni – L’imperialismo come crociata.
  2. L’imperialismo statunitense negli anni 1890.
  3. La spartizione dell’Africa.
  4. L’imperialismo in Asia: la Cina e l’Occidente.


Quella interna a ciascun modulo non è che l’enumerazione dei passaggi fondamentali attraverso cui esso si articola. Il grado di approfondimento di ogni singolo passaggio dipende dai diversi fattori che influenzeranno lo svolgimento del programma (tempo; risposta cognitiva degli allievi; interesse degli allievi; risorse disponibili): nel paragrafo 5 di questa programmazione, quantificando i tempi di svolgimento dei singoli moduli si intende, comunque, fornire una indicazione di massima in tal senso.
Nel corso dello svolgimento di un modulo, la trattazione si interromperà allorquando emergerà la necessità di: mettere a fuoco concetti storiografici significativi al fine di riconoscere una scuola, una tendenza interpretativa, un autore specifico; allargare lo sguardo a discipline ausiliari della storia (scienze politiche, sociali, economiche ecc.); analizzare una fonte. Questa interruzione avrà duplice natura: discussione dei problemi connessi alla comprensione del discorso storico; simulazione dei percorsi che conducono alla composizione del discorso storico, e si servirà degli strumenti che meglio le corrispondono.
La dinamica di questa impostazione didattica fa emergere, evidentemente, un insieme di contenuti altri - paralleli ai contenuti elencati che sostanziano il sapere della storia - la cui conoscenza si rende indispensabile ai fini del saper fare connesso allo studio della storia.


§ 2 - OBIETTIVI

Gli obiettivi dell’insegnamento possono essere ricondotti a due sfere essenziali:

  1. Sapere, conoscenza:
  • dei contenuti specifici
  • dei concetti fondamentali del discorso storico
  • delle dinamiche dei processi storici
  • delle categorie fondamentali dell’epistemologia delle scienze storiche
  • della natura, delle logiche e degli strumenti delle ricostruzioni storiografiche
  • del linguaggio della storiografia
  • delle modalità con cui sussiste un dibattito storiografico
  • delle modalità con cui la storia interseca con altre discipline il proprio orizzonte

  1. Saper fare, capacità:
  • di elaborare, affinare e utilizzare un metodo di lavoro
  • di leggere i particolari contesti storici (epoche, fenomeni, eventi, personaggi) colti nelle loro relazioni diacroniche e sincroniche
  • di analizzare le diverse ricostruzioni storiografiche
  • di recuperare le informazioni che si ritengono essenziali per la comprensione
  • di sintetizzare le molteplici informazioni recuperate
  • di utilizzare i vari modelli esplicativi proposti
  • di ricorrere a strumenti e ausili interpretativi opportuni
  • di ricorrere a un linguaggio appropriato
  • di utilizzare proficuamente le categorie del discorso storico
  • di selezionare fonti potenziali ed effettive
  • di individuare i possibili esiti di un dibattito storiografico
  • di costruire percorsi di studio di ampio raggio

Poiché il curriculum di studi liceali si caratterizza anche attraverso finalità formative, l’insegnamento/apprendimento della storia dovrà prevedere, inoltre, i seguenti obiettivi:

  • sviluppo e consolidamento di una coscienza civica e storico-esistenziale
  • abilità nel servirsi degli insegnamenti della storia al di fuori del contesto didattico
  • abilità nel rivolgere gli insegnamenti della storia a vantaggio della propria persona
  • altri obiettivi, interdisciplinari, quali: costanza, impegno, serietà, disponibilità allo studio, motivazione, onestà intellettuale, rispetto degli impegni presi, del lavoro comunitario, delle persone con cui si lavora ecc.


§ 3 - MODALITA’ DI VERIFICA

Comprensibilmente, non tutte le tipologie di prove che verranno somministrate nel corso dell’anno scolastico potranno verificare il raggiungimento degli stessi obiettivi, sia in merito alla loro collocazione temporale (ci sono obiettivi che potranno essere verificati solo alla fine dell’anno se non, addirittura, alla fine del ciclo triennale), sia in merito alla loro struttura (e natura). Per questa ragione le indicazioni seguenti non vogliono esaurire lo spettro delle combinazioni possibili. In caso di esiti negativi o non soddisfacenti sarà premura dell’allievo non meno che dell’insegnante predisporre le condizioni materiali e strutturali per il recupero: la definizione della strategia più adeguata dovrà tener conto della tipologia degli obiettivi non raggiunti.

PROVE ORALI. Due per quadrimestre oppure quotidiane avendo lo scopo di valutare il grado di raggiungimento di quegli obiettivi connessi alla sfera del linguaggio e della interazione immediata nei rapporti docente/discente e discente/discente - tipicamente negli insegnamenti “umanistici” sorretti dal dialogo – oltre che di monitorare il successo dell’azione didattica considerata sotto il profilo formativo (vedi obiettivi). La valutazione si esprime in giudizi e voti numerici, risultanti però dall’insieme delle diverse performances distribuite lungo l’arco dell’intero quadrimestre (nel caso delle prove quotidiane).

PROVE SCRITTE (da svolgersi nel caso non fosse possibile procedere con verifiche orali). Trattasi di prove strutturate da svolgersi in orario di lezione; constano di: domande a risposta singola, aperta ma limitata, multipla; test per la verifica delle capacità di analisi, di sintesi, di elaborazione concettuale, di ricostruzione storiografica, interpretazione ecc.. La valutazione si esprime in voti numerici i quali corrispondono ad una sommatoria dei punteggi totalizzati per i singoli test. I punteggi massimi vengono indicati affianco a ciascun test. La consegna delle prove corrette e valutate prevede una discussione collettiva degli errori.

PROVE LABORATORIALI (occasionali): potranno consistere in lavori di gruppo, ricerche, elaborati, tesine, da svolgere a casa o in orario di lezione. Le modalità di valutazione saranno concordate di volta in volta.


§ 4 - STRUMENTI E METODI

Oltre che ai supporti manualistici e cartacei in generale, si considera utile ricorrere a supporti multimediali: dalla filmografia al web, compatibilmente con le risorse e i tempi disponibili. Non sussistono, in ogni caso, particolari pregiudizi che impediscono il ricorso a strumenti tra i più disparati.
Considerata, infine, la natura precipua dell’insegnamento della storia non si potrà fare a meno di lezioni frontali opportunamente e costantemente curvate verso la partecipazione collettiva, richiesta e auspicata, da parte degli allievi; nel fermo convincimento che ogni singolo intervento è tanto più incisivo quanto più è dialettico. Va da sé che l’impiego di certi strumenti condiziona il perseguimento di certi metodi didattici.


§ 5 - TEMPI

Modulo di raccordo: 6 ore.
Modulo 1: 15 ore.
Modulo 2: 3 ore.
Modulo 3: 3 ore.
Modulo 4: 6 ore.
Modulo 5: 10 ore.
Modulo 6: 10 ore.
Modulo 7: 6 ore.
Modulo 8: 10 ore.
Modulo 9: 6 ore.
Verifiche e recupero insufficienze: 24 ore.
Totale ore di lezione: 99.





Jerzu, ottobre 2010
Il docente



Istituto d'Istruzione Superiore “Pitagora” - Isili
Classe 3ª sez. B – Liceo Linguistico
Classe Prima Liceo Classico - Laconi
Anno scolastico 2011-‘12
Prof. Graziano Napolitano



PROGRAMMAZIONE del corso di storia



§ 1 - CONTENUTI

Tenendo conto: delle indicazioni ministeriali più recenti; delle esigenze di programmazione connesse all’offerta formativa dell’istituto; del livello, in un’ottica di continuità, degli apprendimenti della classe a cui si rivolge l’azione didattica; dello sviluppo complessivo del corso di storia pensato per il triennio dei licei, si è inteso delineare il seguente percorso di studio:

MODULO 1: LA NASCITA DELL’EUROPA
  1. Alto Medioevo: la formazione dell’Europa. Mondo bizantino, mondo arabo e Occidente intorno al 700 d. C. - La Chiesa e l’ascesa del papato - Impero di Carlo Magno, 800 d. C. -Le invasioni del IX secolo e l’Europa nell’anno 1000.
  2. Il basso Medioevo: la civiltà secolare. I cambiamenti dopo il 1000 - Sviluppo dei centri urbani e del commercio - Il comune - Lo sviluppo delle monarchie territoriali.
  3. Il basso Medioevo: la Chiesa. Sviluppo della Chiesa medievale e del papato - La vita intellettuale: le università e la scolastica - Le crociate. Nuove invasioni. L’Europa nel 1300.

MODULO 2: RIVOLGIMENTI NELLA CRISTIANITA’ (1330 – 1560)

  1. Disastri del XIV secolo. La peste nera e le sue conseguenze - Difficoltà della Chiesa medievale - Il movimento conciliare.
  2. Il Rinascimento in Italia. Le città italiane e il nuovo concetto dell’uomo - l’Umanesimo: la nascita della «letteratura » - Educazione - Il Rinascimento italiano e la politica.
  3. Il Rinascimento fuori d’Italia. Studi religiosi e scienza - Misticismo e religiosità laica - Erasmo da Rotterdam.
  4. Le nuove monarchie. La nuova monarchia in Inghilterra Francia e Spagna - Il Sacro romano impero e la supremazia asburgica - L’Italia degli Stati.
  5. La riforma protestante. Lutero e il luteranesimo - Calvino e il calvinismo - La riforma in Inghilterra - La situazione religiosa nel 1560.
  6. Riforma e riorganizzazione del Cattolicesimo. Il Concilio di Trento - La contro-crociata.

MODULO 3: IL RINNOVAMENTO ECONOMICO E LE GUERRE DI RELIGIONE (1560 – 1648)

  1. L’apertura dell’Atlantico. I portoghesi in Oriente - La scoperta dell’America - L’impero spagnolo in America.
  2. La rivoluzione commerciale. Cambiamenti del commercio e della produzione - Capitale e lavoro - Il mercantilismo.
  3. Il cambiamento delle strutture sociali. Le classi sociali fondamentali - Ruolo sociale dell’istruzione e del governo - Europa orientale e Occidentale
  4. La crociata della Spagna cattolica nei Paesi Bassi e contro l’Inghilterra. Le ambizioni di Filippo II - La ribellione dei Paesi Bassi - L’entrata in campo dell’Inghilterra - I risultati della lotta.
  5. Disgregazione e ricostruzione della Francia. Disunione politica e religiosa - le guerre civili e religiose - Fine delle guerre in Francia. La ricostruzione sotto Enrico IV - il cardinale Richelieu.
  6. La guerra dei Trent’anni, 1618-1648. La disgregazione della Germania. Origini della guerra dei Trent’anni – Le quattro fasi della guerra – La pace di Vestfalia 1648.

Quella interna a ciascun modulo non è che l’enumerazione dei passaggi fondamentali attraverso cui esso si articola. Il grado di approfondimento di ogni singolo passaggio dipende dai diversi fattori che influenzeranno lo svolgimento del programma (tempo; risposta cognitiva degli allievi; interesse degli allievi; risorse disponibili): nel paragrafo 6 di questa programmazione, quantificando i tempi di svolgimento dei singoli moduli si intende, comunque, fornire una indicazione di massima in tal senso.
Nel corso dello svolgimento di un modulo, la trattazione si interromperà allorquando emergerà la necessità di: mettere a fuoco concetti storiografici significativi al fine di riconoscere una scuola, una tendenza interpretativa, un autore specifico; allargare lo sguardo a discipline ausiliari della storia (scienze politiche, sociali, economiche ecc.); analizzare una fonte. Questa interruzione avrà duplice natura: discussione dei problemi connessi alla comprensione del discorso storico; simulazione dei percorsi che conducono alla composizione del discorso storico, e si servirà degli strumenti che meglio le corrispondono.
La dinamica di questa impostazione didattica fa emergere, evidentemente, un insieme di contenuti altri - paralleli ai contenuti elencati che sostanziano il sapere della storia - la cui conoscenza si rende indispensabile ai fini del saper fare connesso allo studio della storia.


§ 2 - OBIETTIVI

Gli obiettivi dell’insegnamento, dunque, possono essere ricondotti a due sfere essenziali:

  1. Sapere, conoscenza:
  • dei contenuti specifici
  • dei concetti fondamentali del discorso storico
  • delle dinamiche dei processi storici
  • delle categorie fondamentali dell’epistemologia delle scienze storiche
  • della natura, delle logiche e degli strumenti delle ricostruzioni storiografiche
  • del linguaggio della storiografia
  • delle modalità con cui sussiste un dibattito storiografico
  • delle modalità con cui la storia interseca con altre discipline il proprio orizzonte

  1. Saper fare, capacità:
  • di elaborare, affinare e utilizzare un metodo di lavoro
  • di leggere i particolari contesti storici (epoche, fenomeni, eventi, personaggi) colti nelle loro relazioni diacroniche e sincroniche
  • di analizzare le diverse ricostruzioni storiografiche
  • di recuperare le informazioni che si ritengono essenziali per la comprensione
  • di sintetizzare le molteplici informazioni recuperate
  • di utilizzare i vari modelli esplicativi proposti
  • di ricorrere a strumenti e ausili interpretativi opportuni
  • di ricorrere a un linguaggio appropriato
  • di utilizzare proficuamente le categorie del discorso storico
  • di selezionare fonti potenziali ed effettive
  • di individuare i possibili esiti di un dibattito storiografico
  • di costruire percorsi di studio di ampio raggio


Poiché il curriculum di studi liceali si caratterizza anche attraverso finalità formative, l’insegnamento/apprendimento della storia dovrà prevedere, inoltre, i seguenti obiettivi:

  • sviluppo e consolidamento di una coscienza civica e storico-esistenziale
  • abilità nel servirsi degli insegnamenti della storia al di fuori del contesto didattico
  • abilità nel rivolgere gli insegnamenti della storia a vantaggio della propria persona
  • altri obiettivi, interdisciplinari, quali: costanza, impegno, serietà, disponibilità allo studio, motivazione, onestà intellettuale, rispetto degli impegni presi, del lavoro comunitario, delle persone con cui si lavora ecc.


§ 3 - MODALITA’ DI VERIFICA

Comprensibilmente, non tutte le tipologie di prove che verranno somministrate nel corso dell’anno scolastico potranno verificare il raggiungimento degli stessi obiettivi, sia in merito alla loro collocazione temporale (ci sono obiettivi che potranno essere verificati solo alla fine dell’anno se non, addirittura, alla fine del ciclo triennale), sia in merito alla loro struttura (e natura). Per questa ragione le indicazioni seguenti non vogliono esaurire lo spettro delle combinazioni possibili. In caso di esiti negativi o non soddisfacenti sarà premura dell’allievo non meno che dell’insegnate predisporre le condizioni materiali e strutturali per il recupero: la definizione della strategia più adeguata dovrà tener conto della tipologia degli obiettivi non raggiunti.

PROVE ORALI. Due per quadrimestre oppure quotidiane avendo lo scopo di valutare il grado di raggiungimento di quegli obiettivi connessi alla sfera del linguaggio e della interazione immediata nei rapporti docente/discente e discente/discente - tipicamente negli insegnamenti “umanistici” sorretti dal dialogo – oltre che di monitorare il successo dell’azione didattica considerata sotto il profilo formativo (vedi obiettivi). La valutazione si esprime in giudizi e voti numerici, risultanti però dall’insieme delle diverse performances distribuite lungo l’arco dell’intero quadrimestre (nel caso delle prove quotidiane).

PROVE SCRITTE (da svolgersi nel caso non fosse possibile procedere con verifiche orali). Trattasi di prove strutturate da svolgersi in orario di lezione; constano di: domande a risposta singola, aperta ma limitata, multipla; test per la verifica delle capacità di analisi, di sintesi, di elaborazione concettuale, di ricostruzione storiografica, interpretazione ecc.. La valutazione si esprime in voti numerici i quali corrispondono ad una sommatoria dei punteggi totalizzati per i singoli test. I punteggi massimi vengono indicati affianco a ciascun test. La consegna delle prove corrette e valutate prevede una discussione collettiva degli errori.


PROVE LABORATORIALI (occasionali): potranno consistere in lavori di gruppo, ricerche, elaborati, tesine, da svolgere a casa o in orario di lezione. Le modalità di valutazione saranno concordate di volta in volta.


§ 4 – PROGETTI

Al fine di dare sostanza ad alcuni obiettivi indicati - compatibilmente con le risorse e i tempi disponibili – il corso di storia si completerà con una visita all’Archivio di Stato di Cagliari. Si proporrà agli studenti di osservare da vicino il lavoro dello storico ricostruendo un caso di storia locale a partire dai documenti e dalle fonti in possesso dell’Archivio di Stato. Il progetto richiede un’introduzione alle nozioni fondamentali dell’archivistica.


§ 5 - STRUMENTI E METODI

Oltre che ai supporti manualistici e cartacei in generale, si considera utile ricorrere a supporti multimediali: dalla filmografia al web, compatibilmente con le risorse e i tempi disponibili. Non sussistono, in ogni caso, particolari pregiudizi che impediscono il ricorso a strumenti tra i più disparati.
Considerata, infine, la natura precipua dell’insegnamento della storia non si potrà fare a meno di lezioni frontali opportunamente e costantemente curvate verso la partecipazione collettiva, richiesta e auspicata, da parte degli allievi; nel fermo convincimento che ogni singolo intervento è tanto più incisivo quanto più è dialettico. Va da sé che l’impiego di certi strumenti condiziona il perseguimento di certi metodi didattici.


§ 6 - TEMPI

Modulo 1: 20 ore.
Modulo 2: 20 ore.
Modulo 3: 20 ore.
Progetto: 6 ore.
Verifiche e recupero insufficienze: 30 ore.
Totale ore di lezione: 99.





Jerzu, ottobre 2010
Il docente


Istituto d'Istruzione Superiore “Pitagora” - Isili
Classe 4ª sez. B, D– Liceo Linguistico e Liceo Scientifico
Anno scolastico 2011-‘12
Prof. Graziano Napolitano



PROGRAMMAZIONE del corso di filosofia



§ 1 - CONTENUTI

Tenuto conto: delle indicazioni ministeriali più recenti; delle esigenze di programmazione connesse all’offerta formativa dell’istituto; del monte ore settimanale a disposizione della disciplina; dello sviluppo complessivo del corso di filosofia pensato per il triennio dei licei, si è inteso delineare il seguente percorso di studio:

MODULO DI RACCORDO

  1. Platone: la filosofia al servizio della politica.
  2. Platone: ontologia e gnoseologia.
  3. Da Platone ad Aristotele: mutamento del contesto storico; storicità del sapere filosofico.

MODULO 1: ARISTOTELE

  1. La metafisica.
  2. Fisica, psicologia, gnoseologia.
  3. Logica.
  4. Etica, politica, poetica.

MODULO 2: LE FILOSOFIE ELLENISTICHE

  1. Il contesto storico e i caratteri comuni alle diverse scuole.
  2. Stoicismo, epicureismo, scetticismo.

MODULO 3: LA FOLOSOFIA CRISTIANA DA AGOSTINO ALLA SCOLASTICA

  1. Agostino.
  2. La filosofia medievale: problemi e questioni.
  3. Tommaso d’Aquino.
  4. Guglielmo di Ockham e la fine della scolastica.

MODULO 4: LA FILOSOFIA RINASCIMENTALE. LA RINASCITA DEL PROBLEMA DELLA CONOSCENZA

  1. Il pensiero magico-astrologico.
  2. La nuova concezione della natura.
  3. Bruno e la rivoluzione copernicana.

MODULO 5: LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA: G. GALILEI

  1. Definizione di «rivoluzione scientifica»: un problema storiografico.
  2. L’esperimento, la matematica e il «libro della natura».
  3. Il platonismo di Galilei: un problema aperto.
  4. La minaccia galileiana.
  5. Scienza e persuasione. I processi e l’abiura.
  6. F. Bacone e il metodo induttivo.
  7. Newton e la rivoluzione compiuta.

MODULO 6: IL RAZIONALISMO. DA CARTESIO A LEIBNIZ.

  1. Cartesio: l’unità della conoscenza.
  2. Cartesio: la metafisica.
  3. Pascal: cenni.
  4. Spinosa.
  5. Leibniz.

MODULO 7: IL PROBLEMA DELLA CONOSCENZA NEL SISTEMA DELL’EMPIRISMO.

  1. Introduzione: da F. Bacone a T. Hobbes.
  2. Locke.
  3. Berkeley.
  4. Hume.

MODULO CONCLUSIVO: ILLUMINISMO:RILEVANZE TEORETICHE.

  1. Kant e l’illuminismo. Introduzione alla filosofia kantiana.
Quella interna a ciascun modulo non è che l’enumerazione dei passaggi fondamentali attraverso cui esso si articola. Il grado di approfondimento di ogni singolo passaggio dipende dai diversi fattori che influenzeranno lo svolgimento del programma (tempo; risposta cognitiva ed interesse degli allievi; risorse disponibili ecc.): nel paragrafo 5 di questa programmazione, quantificando i tempi di svolgimento dei singoli moduli si intende, comunque, fornire una indicazione di massima in tal senso.

§ 2 - OBIETTIVI

Gli obiettivi dell’insegnamento, dunque, possono essere ricondotti a due sfere essenziali:

  1. Sapere, conoscenza:
  • dei contenuti specifici
  • delle caratteristiche fondamentali dell’ambito entro cui si muove la filosofia
  • dei modi in cui emerge, si trasforma, si supera, un problema filosofico
  • dei modi linguistici con cui si affronta un problema filosofico
  • delle categorie fondamentali della riflessione
  • delle dinamiche storiche che attraversano e giustificano la filosofia
  • degli elementi basilari della logica
  • degli strumenti e delle tecniche dell’argomentazione
  • delle strutture dei dibattiti filosofici
  • delle modalità con cui la filosofia interseca con altre discipline il proprio orizzonte

  1. Saper fare, capacità:
  • di elaborare, affinare e utilizzare un metodo di lavoro
  • di riconoscere i problemi della filosofia
  • di formulare la domanda filosofica
  • di ricorrere a strumenti e ausili interpretativi opportuni
  • di utilizzare proficuamente le categorie del discorso filosofico
  • di analizzare le diverse soluzioni storicamente date e avvalersene
  • di sintetizzare la risposta filosofica
  • di costruire una tesi e difenderla con l’argomentazione
  • di interrogare un autore attraverso la sua opera
  • di leggere un testo filosofico
  • di leggere i particolari contesti storici in cui la filosofia è prodotta
  • di recuperare le informazioni che si ritengono essenziali per la comprensione
  • di individuare i possibili esiti, storici e teorici, di un dibattito
  • di costruire percorsi di studio di ampio raggio

Poiché il curriculum di studi liceali si caratterizza anche attraverso finalità formative, l’insegnamento/apprendimento della filosofia dovrà prevedere, inoltre, i seguenti obiettivi:

  • di relazionarsi in maniera critica con le forme e i contenuti del sapere
  • di individuare e servirsi dei vantaggi di un sapere come costruzione sociale
  • di spendere con successo le abitudini acquisite attraverso un approccio critico e sociale al sapere: ascolto, dialogo, incontro, autonomia del giudizio, analisi, sintesi ecc.
  • di motivare e supportare le proprie posizioni
  • di spendere le conoscenze acquisite in contesti molteplici
  • di mettere a frutto il messaggio fondamentale della filosofia: al centro c’è l’uomo; l’uomo vive di significati
  • altri obiettivi, interdisciplinari, quali: costanza, impegno, serietà, disponibilità allo studio, motivazione, onestà intellettuale, rispetto degli impegni presi, del lavoro comunitario, delle persone con cui si lavora ecc.


§ 3 - MODALITA’ DI VERIFICA

Comprensibilmente, non tutte le tipologie di prove che verranno somministrate nel corso dell’anno scolastico potranno verificare il raggiungimento degli stessi obiettivi, sia in merito alla loro collocazione temporale (ci sono obiettivi che potranno essere verificati solo alla fine dell’anno se non, addirittura, alla fine del ciclo triennale), sia in merito alla loro struttura (e natura). Per questa ragione le indicazioni seguenti non vogliono esaurire lo spettro delle combinazioni possibili. In caso di esiti negativi o non soddisfacenti sarà premura dell’allievo non meno che dell’insegnate predisporre le condizioni materiali e strutturali per il recupero: la definizione della strategia più adeguata dovrà tener conto della tipologia degli obiettivi non raggiunti.

PROVE ORALI. Due per quadrimestre oppure quotidiane avendo lo scopo di valutare il grado di raggiungimento di quegli obiettivi connessi alla sfera del linguaggio e della interazione immediata nei rapporti docente/discente e discente/discente - tipicamente negli insegnamenti “umanistici” sorretti dal dialogo – oltre che di monitorare il successo dell’azione didattica considerata sotto il profilo formativo (vedi obiettivi). La valutazione si esprime in giudizi e voti numerici, risultanti però dall’insieme delle diverse performances distribuite lungo l’arco dell’intero quadrimestre (nel caso delle prove quotidiane).

PROVE SCRITTE (da svolgersi nel caso non fosse possibile procedere con verifiche orali). Trattasi di prove strutturate da svolgersi in orario di lezione; constano di: domande a risposta singola, aperta ma limitata, multipla; test per la verifica delle capacità di analisi, di sintesi, di elaborazione concettuale, di ricostruzione storiografica, interpretazione ecc.. La valutazione si esprime in voti numerici i quali corrispondono ad una sommatoria dei punteggi totalizzati per i singoli test. I punteggi massimi vengono indicati affianco a ciascun test. La consegna delle prove corrette e valutate prevede una discussione collettiva degli errori.

PROVE LABORATORIALI (occasionali): potranno consistere in lavori di gruppo, ricerche, elaborati, tesine, da svolgere a casa o in orario di lezione. Le modalità di valutazione saranno concordate di volta in volta.


§ 4 – STRUMENTI E METODI

Testi di letteratura primaria e secondaria, dizionario filosofico, manuale di filosofia, dispense dell’insegnante, atlante storico della filosofia, supporti multimediali costituiscono i principali strumenti di lavoro. Non sussistono, in ogni caso, particolari pregiudizi che impediscono il ricorso a strumenti tra i più disparati.
Considerata, infine, la natura precipua dell’insegnamento della filosofia non si potrà fare a meno di lezioni frontali opportunamente e costantemente curvate verso la partecipazione collettiva, richiesta e auspicata, da parte degli allievi; nel fermo convincimento che ogni singolo intervento è tanto più incisivo quanto più è dialettico.


§ 5 - TEMPI

Modulo di raccordo: 5 ore.
Modulo 1: 15 ore.
Modulo 2: 2 ore.
Modulo 3: 3 ore.
Modulo 4: 5 ore.
Modulo 5: 15 ore.
Modulo 6: 15 ore.
Modulo 7: 10 ore.
Modulo conclusivo: 5 ore.
Verifiche e recupero insufficienze: 24 ore.
Totale ore di lezione: 99.



Jerzu, ottobre 2010
Il docente


Istituto d'Istruzione Superiore “Pitagora” - Isili
Classe 3ª sez.B – Liceo Linguistico
Anno scolastico 2011-‘12
Prof. Graziano Napolitano



PROGRAMMAZIONE del corso di filosofia



§ 1 - CONTENUTI

Tenuto conto: delle indicazioni ministeriali più recenti; delle esigenze di programmazione connesse all’offerta formativa dell’istituto; del monte ore settimanale a disposizione della disciplina; dello sviluppo complessivo del corso di filosofia pensato per il triennio dei licei, si è inteso delineare il seguente percorso di studio:

MODULO 1: LA NASCITA DELLA FILOSOFIA

  1. La conoscenza prima della filosofia.
  2. Il problema del kosmos: in origine era il mito.
  3. Filosofia come invenzione del concetto. La verità e il problema del principio.
  4. La filosofia jonica della natura. Il concetto di natura degli Jonici - Il problema della sostanza - Il frammento di Anassimandro.
  5. Eraclito, i Pitagorici e la ricerca del principio formale. La concezione del mondo di Eraclito - La dottrina dei pitagorici - La dottrina pitagorica dell’anima - La dottrina pitagorica dei numeri.
  6. Gli Eleati. Il problema dell’essere: Parmenide - La dialettica di Zenone.
  7. La nuova filosofia della natura: Empedocle, Anassagora e l’atomismo. Leucippo e la questione del vuoto.

MODULO 2: LA FILOSOFIA ATTICA e PLATONE

  1. La filosofia ad Atene: legge di natura e legge umana. I sofisti.
  2. Retorica e dialettica: Socrate e il nuovo metodo della filosofia. La verità secondo Platone.
  3. Platone: la filosofia al servizio della politica.
  4. La dottrina platonica dell’anima, delle idee, dell’eros. La reminiscenza.
  5. La città giusta.
  6. La metafora della caverna. La cosmologia di Platone. Il Timeo.
  7. Le opere platoniche della vecchiaia. L’idea del Ben

MODULO 3: ARISTOTELE

  1. La metafisica.
  2. Fisica, psicologia, gnoseologia.
  3. Logica.
  4. Etica, politica.
MODULO 4: LE FILOSOFIE ELLENISTICHE

  1. Il contesto storico e i caratteri comuni alle diverse scuole.
  2. Stoicismo, epicureismo, scetticismo.

MODULO 5: LA FOLOSOFIA CRISTIANA DA AGOSTINO ALLA SCOLASTICA

  1. Agostino.
  2. La filosofia medievale: problemi e questioni.
  3. Tommaso d’Aquino.
  4. Guglielmo di Ockham e la fine della scolastica.

Quella interna a ciascun modulo non è che l’enumerazione dei passaggi fondamentali attraverso cui esso si articola. Il grado di approfondimento di ogni singolo passaggio dipende dai diversi fattori che influenzeranno lo svolgimento del programma (tempo; risposta cognitiva ed interesse degli allievi; risorse disponibili ecc.): nel paragrafo 5 di questa programmazione, quantificando i tempi di svolgimento dei singoli moduli si intende, comunque, fornire una indicazione di massima in tal senso.

§ 2 - OBIETTIVI

Gli obiettivi dell’insegnamento possono essere ricondotti a due sfere essenziali:

  1. Sapere, conoscenza:
  • dei contenuti specifici
  • delle caratteristiche fondamentali dell’ambito entro cui si muove la filosofia
  • dei modi in cui emerge, si trasforma, si supera, un problema filosofico
  • dei modi linguistici con cui si affronta un problema filosofico
  • delle categorie fondamentali della riflessione
  • delle dinamiche storiche che attraversano e giustificano la filosofia
  • degli elementi basilari della logica
  • degli strumenti e delle tecniche dell’argomentazione
  • delle strutture dei dibattiti filosofici
  • delle modalità con cui la filosofia interseca con altre discipline il proprio orizzonte

  1. Saper fare, capacità:
  • di elaborare, affinare e utilizzare un metodo di lavoro
  • di riconoscere i problemi della filosofia
  • di formulare la domanda filosofica
  • di ricorrere a strumenti e ausili interpretativi opportuni
  • di utilizzare proficuamente le categorie del discorso filosofico
  • di analizzare le diverse soluzioni storicamente date e avvalersene
  • di sintetizzare la risposta filosofica
  • di costruire una tesi e difenderla con l’argomentazione
  • di interrogare un autore attraverso la sua opera
  • di leggere un testo filosofico
  • di leggere i particolari contesti storici in cui la filosofia è prodotta
  • di recuperare le informazioni che si ritengono essenziali per la comprensione
  • di individuare i possibili esiti, storici e teorici, di un dibattito
  • di costruire percorsi di studio di ampio raggio
Poiché il curriculum di studi liceali si caratterizza anche attraverso finalità formative, l’insegnamento/apprendimento della filosofia dovrà prevedere, inoltre, i seguenti obiettivi:

  • di relazionarsi in maniera critica con le forme e i contenuti del sapere
  • di individuare e servirsi dei vantaggi di un sapere come costruzione sociale
  • di spendere con successo le abitudini acquisite attraverso un approccio critico e sociale al sapere: ascolto, dialogo, incontro, autonomia del giudizio, analisi, sintesi ecc.
  • di motivare e supportare le proprie posizioni
  • di spendere le conoscenze acquisite in contesti molteplici
  • di mettere a frutto il messaggio fondamentale della filosofia: al centro c’è l’uomo; l’uomo vive di significati
  • altri obiettivi, interdisciplinari, quali: costanza, impegno, serietà, disponibilità allo studio, motivazione, onestà intellettuale, rispetto degli impegni presi, del lavoro comunitario, delle persone con cui si lavora ecc.


§ 3 - MODALITA’ DI VERIFICA

Comprensibilmente, non tutte le tipologie di prove che verranno somministrate nel corso dell’anno scolastico potranno verificare il raggiungimento degli stessi obiettivi, sia in merito alla loro collocazione temporale (ci sono obiettivi che potranno essere verificati solo alla fine dell’anno se non, addirittura, alla fine del ciclo triennale), sia in merito alla loro struttura (e natura). Per questa ragione le indicazioni seguenti non vogliono esaurire lo spettro delle combinazioni possibili. In caso di esiti negativi o non soddisfacenti sarà premura dell’allievo non meno che dell’insegnate predisporre le condizioni materiali e strutturali per il recupero: la definizione della strategia più adeguata dovrà tener conto della tipologia degli obiettivi non raggiunti.

PROVE SCRITTE - una per quadrimestre. Trattasi di questionario da svolgersi in orario di lezione (preventivamente e tempestivamente avvisati gli allievi). Intendono verificare, tra le altre, le capacità di analisi, di sintesi, di elaborazione concettuale, di scrittura filosofica, di interpretazione ecc.. La valutazione si esprime in voti numerici i quali corrispondono ad una sommatoria dei punteggi totalizzati per i singoli quesiti. I punteggi massimi verranno indicati affianco a ciascun quesito. La consegna delle prove corrette e valutate prevede una discussione collettiva degli esiti.

Prove orali - una per quadrimestre oppure quotidiane avendo lo scopo di valutare il grado di raggiungimento di quegli obiettivi connessi alla sfera del linguaggio e della interazione immediata nei rapporti docente/discente e discente/discente - tipicamente negli insegnamenti “umanistici” sorretti dal dialogo – oltre che di monitorare il successo dell’azione didattica considerata sotto il profilo formativo (vedi obiettivi). La valutazione si esprime in giudizi e voti numerici, risultanti però dall’insieme delle diverse performances, che compongono la singola prova, distribuite lungo l’arco dell’intero periodo di riferimento (nel caso di prove quotidiane).

PROVE LABORATORIALI (occasionali): potranno consistere in lavori di gruppo, ricerche, elaborati, tesine, da svolgere a casa o in orario di lezione. Le modalità di valutazione saranno concordate di volta in volta.






§ 4 – STRUMENTI E METODI

Testi di letteratura primaria e secondaria, dizionario filosofico, manuale di filosofia, dispense dell’insegnante, atlante storico della filosofia, supporti multimediali costituiscono i principali strumenti di lavoro. Non sussistono, in ogni caso, particolari pregiudizi che impediscono il ricorso a strumenti tra i più disparati.
Considerata, infine, la natura precipua dell’insegnamento della filosofia non si potrà fare a meno di lezioni frontali opportunamente e costantemente curvate verso la partecipazione collettiva, richiesta e auspicata, da parte degli allievi; nel fermo convincimento che ogni singolo intervento è tanto più incisivo quanto più è dialettico.


§ 5 - TEMPI

Modulo 1: 10 ore.
Modulo 2: 15 ore.
Modulo 3: 15 ore.
Modulo 4: 2 ore.
Modulo 5: 4 ore.
Verifiche e recupero insufficienze: 20 ore.
Totale ore di lezione: 66.








Jerzu, ottobre 2010
Il docente




lunedì 1 novembre 2010

messaggio di benvenuto

Cari studenti,
abbiate ancora un po' di pazienza: non appena riuscirò a gestire tecnicamente lo spazio di questo blog potrete servirvene per recuperare il materiale didattico che vi indico durante le lezioni oltre che gli strumenti di studio che man mano vi consiglio e, infine, le comunicazioni e le raccomandazioni importanti, nella speranza che tutto questo possa aiutarvi a seguire con maggior vantaggio i corsi di filosofia e di storia.

Buon anno scolastico
G. Napolitano